HomePavimentazioni sportiveSTRATIGRAFIA

Ogni pavimentazione necessita di stratigrafie precise per poter essere messa nella condizione ottimale a soddisfare le performance richieste.
+ IL SOTTOFONDO È IMPORTANTE?

Per qualsiasi tipologia di campo da gioco, la preparazione o in termine più tecnico la stratigrafia necessaria a realizzare il campo è determinante. Per qualsiasi impianto sportivo tutte le opere necessarie a ricevere la pavimentazione sportiva, devono essere strutturate in modo preciso e realizzate a regola d’arte. Nessun compromesso è accettato, il manto sintetico, non è altro che lo specchio di quanto sotto ad esso di buono c’è. Per realizzare una corretta stratigrafia si deve partire dalla tipologia di sport praticato e in relazione a quello, tenendo conto se indoor o outdoor, si definiscono i dettagli. Spessori, tipologia di base, pendenze, tutto concorre a rendere un campo perfetto.

Misure, predisposizioni delle attrezzature, grado di porosità sono gli elementi che confezionano il tutto.

+ QUAL È LA MIGLIOR STRATIGRAFIA PER L’ERBA SINTETICA?

L’erba sintetica è la tipologia di pavimentazione che meglio si adatta ad ogni stratigrafia. Per quanto riguarda i campi da calcio a 11 omologati, il sottofondo è già abbondantemente definito nel regolamento presente sul sito della L.N.D. ovvero in varie tipologie ma comunque materiale inerte (ghiaia, sabbia etc.).

Per campi a 7 giocatori la stratigrafia è meno vincolante di quella dei campi a 11 non essendo sottoposta ad omologazione. Ad ogni modo viene parzialmente ripreso quello previsto per i sottofondi omologati e rivisto in un’ottica di contenimento dei costi.

Per campi minori, tipo quelli da calcetto o tennis, consigliamo in questo caso il sottofondo in asfalto, in uno strato solo oppure in cemento elicotterato. In questo caso consigliamo una base diversa dalla ghiaia perché spesso questi campi sono oggetto di attività diverse, oltre che quelle prettamente sportive, e poi anche perché il gioco è molto concentrato in pochi mq rispetto a superfici più ampie come il calcio. L’asfalto o il cemento su queste metrature garantiscono una maggior stabilità.

+ QUAL È LA MIGLIOR STRATIGRAFIA PER LA RESINA?

In questo caso nessun dubbio: l’asfalto. Ci capita spesso di imbatterci in convinzioni non sbagliate ma fuori luogo. È chiaro che la resina potrebbe trovare soluzione anche sul cemento; diversi oggi sono i primer in grado di garantire una tenuta efficace alla pavimentazione scelta. La domanda vera è: perché scegliere il cemento visto che non ha in questo caso nessun valore aggiunto anzi, genera più problematiche rispetto ad un sottofondo in asfalto? Il primo motivo è la restituzione energetica: il cemento risulta essere troppo rigido rispetto ad un sottofondo in asfalto. Il secondo motivo perché le risalite di umidità generano sempre molti problemi di rigonfiamento della resina anche in presenza di barriera al vapore (se parliamo di esterni). Il terzo rimane il problema dei giunti di dilatazione.

L’asfalto non ha giunti, è meno rigido e non teme risalite di umidità. In questo caso per ottenere un piano perfetto gli strati devono essere due il binder e il tappetino. La fase di asfaltatura deve necessariamente essere seguita da un nostro addetto in quanto le tolleranze sono davvero stringenti, le giunte della finitrice, i segni del rullo, il punto di uscita della macchina e i pezzi fatti a mano. Insomma l’asfalto è la soluzione tecnica migliore se e solo se controllata con molta cura.

+ QUAL È LA MIGLIOR STRATIGRAFIA PER I MANTI PREFABBRICATI INDOOR?

Al contrario delle resine, il cemento è la soluzione migliore. Prima abbiamo spiegato perché per le resine l’asfalto garantisce meglio le performance delle stesse. In questo caso i manti prefabbricati indoor, vengono gestiti meglio grazie alla finitura elicotterata e quindi meno porosa dell’asfalto, con un massetto il cls. Questo perché i manti prefabbricati possono essere posati con il sistema flottante, che rende quindi completamente indipendente il manto dal sottofondo. Ogni movimento o risalita di umidità in questo caso non genera alcun problema alla pavimentazione finale. Altra problematica che viene risolta è la restituzione energetica: i manti prefabbricati, a parità di costi delle resine, garantiscono spessori maggiori e quindi risultano essere più ammortizzanti. Anche in questo caso, questa tipologia di sottofondo, deve essere gestita molto bene durante l’esecuzione, che non deve essere interpretata come se fosse un qualsiasi pavimento di un capannone o piazzale.

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